PRU Mura Lorenesi complesso residenziale 55 e 64 unità
IL P.R.U. DELLE MURA LORENESI
(dalla relazione di progetto)
La realizzazione del piano delle “Mura Lorenesi” è il risultato dell’applicazione del programma di recupero dei P.R.U. della Legge 179/92, che ha attivato risorse pubbliche e private finalizzate ad obbiettivi di riqualificazione sociale, ambientale ed economica di ambiti urbani degradati.
L’Amministrazione Comunale di Livorno, attraverso una prima delibera del ’95 (la 200\95) e successivamente con specifiche norme del Regolamento Urbanistico di Cagnardi del’99, si è dotata di strumenti e regole attuative della L.179/92, che hanno consentito il recupero di una vasta area, circa 9 ettari, lungo la cinta daziaria lorenese (le Mura), che conteneva immobili industriali dismessi, aree incolte ed inaccessibili, fabbricati abusivi addossati alle Mura, in un contesto di degrado ed abbandono.
Il testo, le foto e i disegni che seguono, sono una ridotta sintesi di una ampia pubblicazione congiunta del Comune di Livorno e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dedicata al PRU delle Mura Lorenesi, a cui si rimanda per coloro che volessero
approfondirne le tematiche.
“Le Mura Lorenesi, un restauro per la città” – a cura di Gianfranco Chetoni e Marco Landini – Maschietto Editore – Firenze 2005
L’ATTUAZIONE *
Aver portato a compimento questo intervento di recupero in maniera unitaria e coordinata è la riprova che la riqualificazione è ottenibile solo attraverso un ambito di progettazione sufficientemente esteso: un solo edificio, salvo casi di opere eccezionali, che allora funzionano come propulsori di un processo di rinascita di un quartiere o una parte di città, non basta.
Se un risultato qualitativamente accettabile è stato ottenuto, lo si deve all’insieme di nuovi edifici, di un parco, di una nuova viabilità, di un monumento storico (le Mura), che riescono a ricostruire un ambiente urbano vario, correlato ed alla portata degli abitanti del nuovo quartiere: è interessante che gli accessi ad alcuni edifici privati passino attraverso un parco pubblico, o che le Mura Lorenesi siano attraversate da un passaggio pedonale, che ne consente una totale e insolita vivibilità.
Questo approccio del recupero urbano per ambiti o per sistemi sembra aver preso piede a Livorno, sulla spinta del recente Piano Strutturale (1999), che fa sistematicamente ricorso a questa classificazione sia per pianificare il risanamento di ambienti urbani degradati, ma anche per situazioni paesaggistiche da valorizzare.
Del resto il piano dello studio Cagnardi aveva accolto integralmente la proposta del PRU “Mura Lorenesi”, che l’Amministrazione stava già elaborando quando è iniziata la stesura finale del regolamento urbanistico, inserendolo entro la perimetrazione del più articolato programma del recupero dei “quartieri nord” di Livorno.
Gli spazi ad uso pubblico, specialmente “i vuoti”, cioè le aree verdi, i percorsi pedonali, le vie ciclabili, le passeggiate, così come le preesistenze storiche restituite all’uso dei cittadini svolgono un ruolo strategico per l’efficacia e la riuscita di un piano di recupero urbano che sia vitale e veramente gradito ai cittadini, i veri destinatari di tutto l’impegno e lo sforzo per portare a buon fine la complessa procedura dei PRU.
Tutto il processo attuativo e di realizzazione è sempre stato rapportato alla sostenibilità economica di una operazione in un quartiere ai margini del centro, in una zona dove ancora permangono insediamenti produttivi (ed infatti il PRU sostanzialmente ha come fine quello di liberare un sito monumentale da attività improprie) e la residenza è mescolata con attività industriali ed artigianali poco compatibili.
Ma la scala sufficientemente estesa dell’intervento e gli strumenti pianificatori del PRU hanno permesso di lavorare per ricostruire un ambiente urbano, con i suoi rapporti dimensionali (edifici di varie tipologie ma coordinati) e le sue infrastrutture (i giardini, la viabilità, i parcheggi) e soprattutto molto integrato con il nuovo parco pubblico delle Mura.
Questo recupero della qualità urbana compensa alcune modifiche a cui in corso d’opera il progetto si è dovuto adattare, come ad esempio la sostituzione delle persiane con gli avvolgibili, ma…… si è preferito questo, piuttosto che sottrarre risorse ad alcune finiture degli spazi comuni ed agli arredi delle zone pubbliche.
La progettazione coerentemente alle possibilità economiche dei futuri acquirenti ed in generale allo standard del PRU, ha cercato di raccogliere e sintetizzare spunti più tradizionali del contesto e delle preesistenze rinunciando a gesti vanitosi ad effetto e comunque difficilmente praticabili; ha cercato, in via preliminare, di definire una serie di idee vicine alla cultura dei luoghi e, in via attuativa, di assicurarsi che quelle idee si concretizzassero in modo corrispondente. Il progetto esecutivo e la fase della realizzazione, spesso sono due momenti di aggiustamento e adattamento per ogni architetto, dove inevitabili sono le operazioni di sfrondamento, così che riuscire a cantierare un edificio fedelmente ai dati iniziali del programma senza rinunciare alle molte suggestioni anticipate nel progetto di concessione, è sicuramente una conquista di tutti.
Nell’intervento delle Mura il risultato è un’architettura “sostenibile”, in cui gli utenti e gli altri abitanti del quartiere possano riconoscersi e trovare un riferimento di fronte al continuo susseguirsi di linguaggi e formalismi di tanti altri interventi recenti, per di più applicati in un contesto urbanistico e pianificatorio indebolito e manipolato, di cui il PRU è proprio un tentativo di recupero e rigenerazione.
L’edilizia corrente è troppe volte condizionata dalle “regole tecnologiche e tipologiche” imposte dai costruttori e dalle agenzie immobiliari.
L’edilizia della ricostruzione e dell’espansione si è invece troppo spesso abbandonata alla ricerca di inutili e superficiali formalismi, tralasciando gli elementi più riconoscibili e funzionali perchè più necessari alle esigenze dell’abitare e più praticabili con la cultura del cantiere tradizionale: il tetto a falda, le finestre anziché le vetrate, i porticati ed i pergolati, le balze ad intonaco listellato, ….. che viceversa sono divenuti elementi primari della composizione di questo progetto.
A questi vanno ad aggiungersi quelli di valenza urbanistica. L’adiacenza ad ampi spazi a verde con prati e alberi e agli elementi della storia della città (le Mura), fanno di ognuna di queste abitazioni una esperienza completa del concetto dell “abitare”, che non si esaurisce nel rispetto astratto allo standard urbanistico e nell’impiego del dettaglio hi-tech, ma continua oltre la soglia di ingresso, oltre la dimensione privata dell’appartamento per divenire partecipe di una parte, fisicamente e socialmente, ricomposta e riqualificata di una parte di città.
E alla fine sono ancora i cittadini che ritornano protagonisti della storia (la riqualificazione urbana), così come lo erano all’inizio in quanto portatori di un disagio dovuto al degrado urbano, così adesso che gli interventi pubblici sono terminati e le case sono abitate, sono loro che devono e dovranno tutelare quanto raggiunto con il PRU delle Mura Lorenesi, perché il senso del comune rispetto e la civiltà di una collettività e dei suoi membri si possono misurare dal livello di decoro e controllo degli ambiti comuni che sono capaci di gestire.